lunedì 28 giugno 2010

Siamo fuori

E' chiaro che grazie alla vigente normativa i giovani architetti sono esclusi di fatto dai lavori pubblici. Girovagando per la rete noto che i concorsi di idee che non siano oggetti di design o logotipi scarseggiano sempre di pìù. E per i giovani architetti è sempre più difficile ricavarsi una nicchia lavorativa. La maggior parte dei bandi pubblici sono bandi a procedura aperta dove i requisiti per la partecipazione consistono nell'avere fatturati da studi avviati da molti anni. Molto spesso non si può far ricorso nemmeno al cosiddetto "avvalimento". Per non parlare ad esempio degli affidamenti degli incarichi al di sotto della soglia dei 100.000 € dove è regnano le logiche clientelari o di partito... insomma cosa formiamo a fare migliaia di architetti nelle nostre università se poi sono relegati al lavoro del caddista o alle pratiche da geometra? E' chiaro che gli studi degli architetti anziani non vogliono vedersi scippato il lavoro dai giovani, ma prima o poi il ricambio generazionale dovrà avvenire. In che modo e come non c'è dato sapere.

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